Enciclopedia d'Arte Italiana
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MARSILIO Maria Elena



La discrezione di un intimo dialogo che si mostra per un istante agli occhi del mondo, la tacita richiesta di un abbraccio negato che muove dal bisogno profondo di essere considerata: questa è la potenza del tratto di Maria Elena Marsilio.
Pittrice della bellezza femminile, non una mera ricerca estetica, ma piuttosto la bellezza che si legge negli occhi profondi e veri delle sue donne che scrutano la vita, anche solo da timidi squarci.
Essere di fronte alle tele di Maria Elena equivale ad avere accesso alle stanze segrete, dentro ad un sentire consapevole e tuttavia riservato.
Artista raffinata e sensibile, donna per troppo tempo dimenticata da se stessa, come dice lei stessa quando si racconta, capace di offrire la sua anima al mondo attraverso la ricomposizione di un mosaico, dove ogni tela rappresenta un sacro tassello di verità umana.
La sua arte risuona come un invito ad entrare in punta di piedi in un universo femminile potente anche se violato e oppresso da vincoli, giudizi e pregiudizi.
Un invito rivolto a tutti, non soltanto alle donne, a prendersi il tempo per guardare, ascoltare, comprendere, vivere.
Nei suoi volti emerge prepotente la necessità di non dimenticare se stessi.
Le tele di Maria Elena commuovono perché, come sempre la scrittura delle donne, sono fatte di istanze profonde e tuttavia con una fisicità palpabile, perché i dolori, le passioni, le attese, le speranze, i silenzi, vivono nel copro delle donne.
I suoi volti si offrono allo sguardo e nello stesso tempo spesso essi stessi osservano, in una sospensione dello spazio e del tempo dentro alla quale si legge l’eternità del femminino.
Occhi di donne alcuni privi di luce, perché troppo a lungo dimenticati, altri così vivaci e profondi da lasciare per un attimo senza fiato.
Un tassello importante l’arte di Maria Elena, nel complesso e articolato mosaico dell’arte delle donne, quell’arte dentro alla quale corre indomabile l’istinto selvaggio che è forza creativa.
Le tele guardate in controluce sono molto spesso come graffiate, quasi nell’estremo tentativo di cancellare le tracce appena lasciate.
Maria Elena non firma a vista i suoi quadri, ma il suo nome compare dietro alla tela, poiché il suo sguardo vuole essere l’uno per il tutto, una donna per molte altre donne. La sua arte richiama alla mente i versi della grande poetessa libanese Joumana Haddad:
“Nessuno può immaginare
Quel che dico

quando me ne sto in silenzio”
(Irene Carossia)



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