GIERUT Giuseppe
Giuseppe Gierut, eugubino di nascita e di passioni, ha incarnato della sua terra l’ansia delle altezze e il turbamento che una Città così piena di profonde lontananze provoca nei suoi figli . Dall’infanzia il suo interrogarsi su segni e colori, sulla forza e capacità di spiegazione del mondo che è in loro, lo ha spinto a farsi interprete dei luoghi e del forte sentire eugubini, a renderli elementi emblematici, che lo accompagneranno nella sua teevoluzione artistica. A Roma, sua seconda città natale, dov’è allievo di valenti maestri d’arte, entra in un ambiente ricco di stimoli e relazioni culturali: il suo solitario studio delle discipline umanistiche, filosofiche, psicologiche lo inebriano, lo rendono bramoso di tracciare con i suoi accenti discorsi nuovi, danno ardore a quelle virgole di intensi significati che daranno originale forma ai suoi dipinti. Gierut va alla ricerca del colore e forme nuove che diventino essenza, poesia, pensiero, riflessione, un anello di transito tra l’uomo ed il suo io più celato. Un’opera, per Gierut, è naturalmente forma e specchio dell’anima di chi l’osserva.
Le sue mostre in Austria, a Parigi, in Italia accolgono consensi da parte di un vasto pubblico, di gente che nella scrittura artistica cerca comunicabilità, pulsazioni, pensieri interagenti. Molti successi per Gierut, che diventano occasioni di assimilazione e di trasmissione, autentici momenti di incontro.
La sua traduzione pittorica de Il Cantico delle creature di Francesco d’Assisi rappresenta una tappa fondamentale del suo percorso artistico e la stessa sensibilizzazione al tema religioso, dopo pochi anni, lo spinge a rappresentare Il Cristo di Velazquez, poema religioso di Miguel de Unamuno, in una serie di opere che vengono presentate all’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede e in molte città italiane. I successi diventano suoi compagni di viaggio, ma Gierut li osserva con simpatia, con un sorriso velato, cosciente che il cammino artistico non è mai esperienza individuale ma testimonianza dell’uomo e del suo vivere il tempo e compito dell’artista è narrarne il percorso senza gli eccessi del sé. Trascrive alcuni fioretti di San Francesco, compone le opere L’amore sacrificato in pace, in cui interpreta il miracolo della Madonna di Medjiugorje – donata all’Eucarestia Vivente di Penne – e, successivamente, il Cristo centro dell’Universo in cui raffigura l’incontro spirituale tra i Santi umbri Francesco e Ubaldo. Su temi cari alla sua città natale rappresenta in sue opere l’identità culturale e la forza espressiva degli Sbandieratori di Gubbio e del Palio della Balestra.
Nel 2001 è tra i promotori di una nuova corrente artistica, chiamata Infinitismo ed insieme al Prof. Enzo Calcaterra, stila il Manifesto, ove sono raccolte le linee base del nuovo pensiero: l’artista riproduce – prevede – crea le forme organizzative del sentire umano; per la comprensione dell’opera d’arte occorre entrare in simbiosi con i nodi di questa rappresentazione, che sono infiniti nella materia e nello spirito.
Nel 2003-04 le sue opere sono in mostra a Bruxelles, nella sede del Consiglio della Comunità Europea, ed a Washington, presso la National Gallery of Art, dove mette in evidenza i nuovi concetti di pensiero ed arte, con i quali scruta il mistero dell’infinito, alla ricerca del suo volto, non attraverso la ragione, ma solamente ed esclusivamente, per mezzo della percezione, coadiuvata, essa stessa, da studi religiosi, matematici-umanistici e scientifici. Continua così a tracciare teorie, che si proiettano nell’energia dei suoi colori, dei suoi segni, posti a divenire coordinate precise nella ricerca del volto imprendibile e inenarrabile di quella verità a cui all’uomo non è consentito di approdare. Nel 2004-05 interpreta in sette opere le Tavole Eugubine, la testimonianza più significativa della civiltà degli Antichi Umbri, oggetto di studio di moltissimi storici e studiosi a livello mondiale.
Gierut è un navigatore solitario, il suo viaggio è fatto di Amore, di sogni in un mondo dove l’egoismo e la superficialità vincono troppo spesso. L’opera d’arte resta per lui un momento e una proposta nella ricerca senza fine con cui l’uomo cerca di rispondere ai dilemmi esistenziali, al mistero che ci circonda.
QUOTAZIONI *
Quotazione opere da € 1.000,00 a € 5.000,00
quotazioni riferite dall’artista
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