CERATI Carla-Fotografo
Si dedica al professionismo agli inizi degli anni ’60 come fotografa di scena, poi si dedica al reportage e al ritratto.
Nel 1969 la casa editrice Einaudi pubblica, insieme a Gianni Berengo Gardin, il volume "Morire di classe" a cura di Franco e Franca Basaglia dove appaiono toccanti foto riprese in vari manicomi italiani.
"Morire di classe" documenta la situazione manicomiale degli internati di alcuni ospedali psichiatrici dove due grandi fotografi, Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin, coinvolti nell’impresa hanno avuto il permesso di entrare e fotografare. Prima di allora non era possibile farlo, per non ledere - si diceva - la dignità dei malati. Sono immagini dure di donne e di uomini prigionieri, incarcerati, legati, puniti, umiliati «ridotti a sofferenza e bisogno» (Primo Levi).
In seguito viene ripubblicato il volume con il titolo "Per non dimenticare. 1968: la condizione manicomiale di «Morire di classe»". Sul Corriere della Sera del 27 settembre 2005, Carlo Arturo Quintavalle scrive a commento del libro: "E si vedano le foto di Carla Cerati che riprende un’immagine divenuta emblematica: l’uomo, mani sulla testa rapata, accovacciato contro un muro (1968); sono queste foto, e quelle di Luciano d’Alessandro (1965-68), insieme all’impegno dei Basaglia e di molti altri con loro, che faranno chiudere i manicomi, luoghi di terribile segregazione fino ad allora ignorati".
Nel 1974 l’editore Mazzotta pubblica un nuovo volume di Carla Cerati che comprende 34 foto dal titolo "Forma di donna".
Come narratrice esordisce nel 1973 con "Un amore fraterno". Ha pubblicato numerosi romanzi che, tradotti in diverse lingue e accolti con pieno successo da pubblico e critica, sono stati vincitori di alcuni noti premi.
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