SOFFICI Ardengo
Ardengo Soffici (Rignano sull’Arno, 7 aprile 1879 – Forte dei Marmi, 19 agosto 1964). A Firenze ha i primi contatti con un ristretto gruppo di giovani artisti che si muovono intorno all’Accademia delle Arti e alla Scuola del Nudo dove hanno insegnato Giovanni Fattori e Telemaco Signorini. Nel 1903 si reca a Parigi dove lavora come illustratore. È malpagato e conduce una vita di stenti ma ha la possibilità di incontrare artisti emergenti e già affermati come Guillaume Apollinaire, Pablo Picasso e Max Jacob. Rientrato a Firenze nel 1907 consolida la sua amicizia con Papini. Quando Papini e Prezzolini fondano La Voce, nel 1908, egli ne disegna la testata e in seguito, ne cura le rubriche d’arte. Nel 1911, visita una mostra di pitture futuriste a Milano riportandone, come egli stesso dice, una "delusione sdegnosa". La reazione dei futuristi è violenta. Marinetti, Boccioni e Carrà, raggiungono Soffici a Firenze e lo aggrediscono. La riconciliazione con i futuristi avviene più tardi, grazie alla mediazione dell’amico Aldo Palazzeschi. Eppure, nonostante appaia come un accanito nazionalista, tornato a Firenze da un viaggio a Parigi, nel 1899, fa conoscere i pittori impressionisti che interpreta con acutezza. Tende a voler dare durevolezza all’immagine e per questo si rivolge soprattutto a Degas e a Cezanne, piuttosto che a Monet. Ciò spiega il motivo per cui Soffici, dopo aver aderito con convinzione al Futurismo e dopo aver combattuto varie battaglie per sostenerlo, se ne stacca successivamente propendendo verso la ricerca di una costruttività oggettiva che egli vede nei grandi pittori italiani del passato come Masaccio e Giotto. Muore a Forte dei Marmi, nel 1964.
QUOTAZIONI *
“Bottiglia bianca e mela”, 1919 olio su tela cm 35,5 x 50 - Milano, Porro 25/05/06 €171.660
“Viale a mare a Forte dei Marmi”, 1960 olio su tela cm 49,5 x 59,5 - Prato, Farsettiarte 27/05/06 €30.500
* E’ pressoché impossibile dare dei valori medi di mercato in quanto opere particolarmente significative possono raggiungere quotazioni estremamente elevate. A titolo esemplificativo indichiamo i valori di opere battute in asta pubblica.
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